In questa settimana circola una voce di ottimismo in Italia.
Sarà perché:
- la BCE ha detto che per un anno e mezzo acquisterà i nostri titoli e grazie a questo lo spread e sceso drasticamente;
- la settimana prossima inizierà la votazione per il nuovo Presidente della Repubblica;
- molte banche popolari hanno cambiato il loro status e quindi le quotazioni in borsa sono positive.
Una cosa è certa che dopo questi anni in cui eravamo dati per falliti questi risultati portano come una boccata d’aria fresca, alla faccia di chi scommetteva sulla sconfitta dell’Italia.
Secondo il Presidente degli Stati Uniti la crisi è finita.
Una notizia così da una fonte molto autorevole è sicuramente più credibile di quando a ridosso della crisi (più o meno nel 2008) qualcuno dei nostri rappresentanti più autorevoli disse che la crisi era una balla, e che lo spread era un numero quasi insignificante.
Infatti ragion per cui venne rispedito a casa quando lo spread raggiungeva cifre da capogiro, poi chi lo sostituì (il presidente del consiglio “tecnico” e nel quale ingannato da termine tecnico credevo anche io, mea culpa) era più interessato ad una politica di rigore e sangue e nel frattempo nella sua coscienza collezionava vittime innocenti, senza punire chi negli anni aveva rubato denaro pubblico a suon di mazzette per appalti per lavori che andavano fatti, ma il vero problema era chi gestiva gli appalti…
E intanto il debito pubblico aumentava.
Ora speriamo che non sia una semplice illusione momentanea, ma che tutto si sistemi.